I fiumi "free flowing" per la salvaguardia di ambiente e biodiversità

I fiumi “free flowing” per la salvaguardia di ambiente e biodiversità

Un fiume “free flowing”, letteralmente “a flusso libero” è un corso d’acqua che scorre senza interruzioni o deviazioni dalla sorgente alla foce. Sono corsi d’acqua “rari” che, però, garantiscono una connessione ecologica, idrologica e morfologica molto utile per il rispetto dell’ambiente e della biodiversità.

Un fiume “free flowing”, letteralmente “a flusso libero”, come definito dal WWF – Free Flowing Rivers Report, è un corso d’acqua che scorre liberamente dalla sua sorgente di origine fino alla foce, senza che venga “interrotto” da barriere artificiali costruite dall’uomo come dighe, sbarramenti o canalizzazioni capaci di deviarne il percorso.
L’aspetto più significativo connesso a un fiume “a flusso libero”, ovvero caratterizzato da quella che si definisce “continuità fluviale” è che, proprio perché sono assenti le interruzioni al proprio fluire, è in grado di garantire e mantenere una connessione ecologica, idrologica e morfologica lungo tutto il proprio corso, consentendo a sedimenti, nutrienti, e organismi acquatici di muoversi liberamente e rispettando, così, la “naturale biodiversità” che li contraddistingue. Elementi decisamente importanti, specie se si tiene conto, dati della Commissione Europea, che “Solo il 39,5% dei corpi idrici superficiali dell’UE ottiene un buono stato ecologico e solo il 26,8% raggiunge un buono stato chimico”
I fiumi “free flowing” sono oggi una rarità, quasi un’eccezione. La maggior parte di essi, infatti, viene “utilizzato” per la produzione di energia elettrica, per la creazione di bacini artificiali – altrettanto collegati alla produzione di elettricità – o per l’irrigazione dei campi attraverso canalizzazioni artificiali.
Tuttavia sono proprio i fiumi che hanno una continuità fluviale a rappresentare ecosistemi complessi e dinamici che supportano un’ampia biodiversità e svolgono funzioni naturali fondamentali, come la ricarica delle falde acquifere, la regolazione delle inondazioni e la depurazione delle acque.

La continuità fluviale è essenziale per garantire l’equilibrio ecologico

La continuità fluviale rappresenta, così, un aspetto cruciale per il mantenimento dell’equilibrio ecologico. Grazie al “free flowing” si garantisce, infatti:

  • La migrazione delle specie acquatiche, come i pesci anadromi (es. salmoni o anguille), che necessitano di risalire i fiumi per riprodursi. Un’eventuale interruzione o modifica di percorso può rendere impossibile questa naturale azione svolta da questa tipologia di fauna
  • Il trasporto di sedimenti, elemento che contribuisce a mantenere la morfologia naturale del fiume e delle zone costiere.
  • La distribuzione di nutrienti, fondamentali per la fertilità dei suoli agricoli lungo le pianure alluvionali. La canalizzazione si pone proprio questo obiettivo, ma a discapito dello scorrere naturale del fiume che, come naturale conseguenza, non fertilizza più altre terre in funzione del cambio di direzione. Tale esito è ancor più evidente nel momento in cui si costruiscono dighe o bacini artificiali
  • La resilienza ecologica, cioè la capacità degli ecosistemi fluviali di rispondere e adattarsi ai cambiamenti climatici e antropici.

Una connessione ininterrotta tra sorgente e foce consente al fiume di “funzionare” correttamente come un sistema vivente interconnesso con gli altri sistemi.

Cosa accade quando i fiumi perdono la loro continuità fluviale?

Le attività antropiche hanno profondamente modificato i fiumi in tutto il mondo. Un esempio? Analizzando la mappa interattiva delle dighe presenti in tutto il mondo, risalta un dato molto significativo: a oggi esistono oltre 35.000 dighe che alterano la continuità fluviale. Le dighe sono solo una delle modalità attraverso le quali i fiumi modificano i percorsi, ma ne esistono altre:

  • Oltre alle dighe esistono le traverse. Entrambe sono perlopiù costruite per la produzione di energia idroelettrica, l’irrigazione o il controllo delle piene. Queste strutture, tuttavia, bloccano il passaggio dei pesci e il trasporto di sedimenti, dando origine in alcuni casi ad habitat artificiali che vanno, per ovvia conseguenza, a impoverire quelli naturali
  • Le canalizzazioni rettificano e incanalano un fiume per l’irrigazione, per l’approvvigionamento idrico e per esigenze di navigazione. Tali modifiche, tuttavia, riducono la complessità morfologica e incidono sulla diversificazione dell’habitat naturale. Le canalizzazioni, inoltre, sono in grado di aumentare la velocità del flusso del fiume, fattore che incide sulla maggiore erosione delle sponde e conduce a una riduzione della biodiversità.

Quali rimedi esistono?

Ripristinare la continuità fluviale è una sfida urgente, ma altrettanto percorribile. Interventi come la rimozione delle dighe obsolete, la costruzione di passaggi per pesci, la rinaturalizzazione degli alvei e la riduzione degli inquinanti possono contribuire in modo significativo a ridare vita ai fiumi e a riconquistare, magari anche solo parzialmente, il loro “scorrere libero”.
Tra i progetti attivi in questa direzione trovano spazio il programma LIFE dell’UE che finanzia progetti che affrontano la rimozione di barriere artificiali, e i progetti LIFE+ RESTORE e LIFE Mica.
LIFE+ RESTORE si concentra sulla rimozione di sbarramenti fluviali per ripristinare la connettività longitudinale dei corsi d’acqua, migliorando la salute degli ecosistemi fluviali e favorendo la migrazione dei pesci.
LIFE Mica mira invece a rimuovere le barriere artificiali in diverse aree, con l’obiettivo di ripristinare la connettività fluviale e promuovere la biodiversità in ecosistemi acquatici vulnerabili. Il progetto include anche attività di monitoraggio per valutare l’efficacia delle azioni di rimozione delle barriere.
Questi progetti dimostrano l’impegno dell’UE nel ripristinare la connettività ecologica dei corsi d’acqua e nel promuovere la biodiversità, contribuendo agli obiettivi più ampi della politica ambientale europea.

di Alberto Marzetta