Sostenibilità è giustizia intergenerazionale
Non può esistere sostenibilità se non si amplia la giustizia (sociale, ambientale ed economica) nel nostro tempo, nella nostra generazione, al fine di garantirla alle generazioni future. Uno sguardo alle definizioni e ai principali movimenti attivi in Italia dediti alla “giustizia intergenerazionale”.
La questione della “giustizia intergenerazionale” e “intragenerazionale” può in prima battuta apparire di non immediata comprensione, ma se questa viene associata al tema della sostenibilità, allora si fa più semplice coglierne il senso.
L’arcinota definizione di sostenibilità o, per meglio dire, di “sviluppo sostenibile” è quella contenuta nel Rapporto Brundtland dal titolo “Our Common Future”, datato 1987: “lo sviluppo sostenibile è quello sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri”. Una definizione che, come si legge dal sito ASVIS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile), sottolinea come “i principi di equità intergenerazionale e intragenerazionale hanno attirato l’attenzione della comunità internazionale determinando nuovi sviluppi del concetto di sostenibilità, che si è esteso non solo alla dimensione ambientale, ma anche a quella sociale”.
Nella dimensione della sostenibilità è dunque presente, in nuce e per definizione, l’esigenza di un’equità (giustizia) tra le diverse generazioni (le presenti e le future) – quindi una giustizia intergenerazionale – e all’interno della medesima generazione (la presente), quindi una giustizia intragenerazionale.
Se quindi non può esistere una sostenibilità che non risponda all’esigenza di soddisfare i bisogni delle generazioni future, non esiste nemmeno una sostenibilità che può davvero definirsi tale se la giustizia, l’equità, la parità non è garantita all’interno della generazione stessa.
Su questo secondo punto, vissuto peraltro come “propedeutico e pedagogico” rispetto al primo (se non garantisco giustizia oggi a tutti, non potrò garantirla domani a chi sarà dopo di noi) si è sviluppato un intenso dibattito e, soprattutto, una crescente mole di progetti concreti a livello politico-amministrativo e di impresa, i quali spingono sui tasti della Diversity, Equity e Inclusion (DEI), ovvero la creazione di condizioni in cui l’accesso a posti di lavoro, ma più in generale, alla vita attiva della società sia consentito a tutti, senza alcuna distinzione (come peraltro definito tanto nella Carta dei Diritti dell’Uomo, quanto nella nostra Costituzione repubblicana).
Diversità, equità e inclusione sono dunque i pilastri su cui poggia la giustizia intragenerazionale la quale, come detto, può costituire le basi per una continua e duratura giustizia intergenerazionale proprio perché alimenta le condizioni sociali per cui il rispetto dei diritti possa essere dapprima integrato nel vivere quotidiano e poi trasmesso alle generazioni future.
I movimenti giovanili per la giustizia intergenerazionale
Nel contesto della giustizia intergenerazionale, in particolare in relazione al “pilastro ambientale”, sono nati negli ultimi anni – a partire dalla “discesa in campo” di Greta Thunberg numerose associazioni/movimenti che hanno alimentato non solo il dibattito, ma spesso anche le piazze e l’agenda dei media con le proprie azioni e le energie messe in campo sul tema della giustizia/equità.
Tra questi spiccano Fridays for Future, XR-Extinction Rebellion e Ultima Generazione.
I Fridays for Future sono la diretta emanazione dello “sciopero scolastico per il clima” – Skolstrejk för klimatet – avviato da Greta Thunberg prima dal 20 agosto 2018 fino alle elezioni parlamentari svedesi che si tennero il 9 settembre, poi ogni venerdì a Stoccolma, in Svezia. Sulla scorta dell’azione messa in campo nei Fridays dall’attivista scandinava ha preso vita un movimento internazionale, attivissimo anche in Italia, che proprio dai venerdì (per poi estendere in maniera significativa la propria attività) ha iniziato a manifestare per la giustizia climatica, richiamandosi esplicitamente alla scienza e a quanto questa ha messo in chiaro negli ultimi decenni: l’attività dell’uomo ha messo in bilico il clima ed è questo (come la stessa Thunberg ha avuto modo di ricordare, richiamandosi alla responsabilità del genitore, dell’adulto…estendendo così il messaggio alla responsabiltà collettiva di chi può far concretamente qualcosa) che deve riprendere in mano le redini della situazione e porvi rimedio.
Come si legge dal sito del movimento: l’obiettivo non è “salvare il Pianeta”, ma “salvare la possibilità di vita futura, nostra e di tutte le altre specie della Terra”, ovvero la giustizia intergenerazionale nel nome della sostenibilità ambientale.
Sulla medesima scorta, ma con un piglio forse leggermente più intenso, si muove XR – Extinction Rebellion che si autodefinisce “un movimento internazionale che usa le azioni dirette nonviolente e la disobbedienza civile di massa per forzare i governi a invertire la rotta che ci sta portando verso il disastro climatico e ecologico”. Anche in questo caso la base di fondo è la tematica ambientale, l’obiettivo è il medesimo, ovvero l’inversione di rotta al fine della tutela degli ecosistemi e della società, di nuovo in un’ottica intergenerazionale, a partire da una intragenerazionale.
Infine, Ultima Generazione si muove sulla medesima traccia di XR sostenendo di “compiere azioni di disobbedienza civile nonviolenta per ottenere misure di contrasto al collasso ecoclimatico a cui stiamo andando incontro a causa delle troppe emissioni”. La missione, e anche le modalità – per quanto UG adotti le proprie e molto ben riconoscibili – sono quelle di Extinction Rebellion e, anche in questo caso, a partire da un tema ambientale il movimento si adopera per ottenere una reale azione di contrasto al cambiamento climatico, vissuto come l’elemento cruciale per la salvaguardia dei bisogni delle future generazioni, come statuito nella definizione di sviluppo sostenibile e come “previsto” da quella che abbiamo definito “giustizia intergenerazionale”.
Le azioni di UG sono piuttosto diffuse e riconosciute e vanno dall’imbrattamento di opere d’arte e luoghi istituzionali con vernice lavabile, ai blocchi stradali, all’interruzione di eventi con modalità molto scenografiche, seppure non violente, alle performance di vario tipo.
Tutte le azioni hanno un unico obiettivo ovvero alzare l’attenzione dell’opinione pubblica sul tema ambientale e, allo stesso tempo, spingere i processi politico-decisionali a favore di leggi a tutela dell’ambiente.
Di Alberto Marzetta