Verde urbano: il respiro delle città

Verde urbano: il respiro delle città

Nelle città del futuro la sostenibilità non si misura solo in tecnologia e infrastrutture, ma nella capacità di restituire spazio alla natura. Parchi, alberi, giardini condivisi e orti urbani sono molto più che elementi di arredo: sono infrastrutture ecologiche che migliorano la qualità della vita, riducono l’inquinamento, contrastano l’effetto isola di calore e rafforzano i legami sociali.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ogni persona dovrebbe disporre di almeno 9 m² di verde urbano, nonostante alcuni esperti suggeriscano standard più elevati, come 15 m². Mentre la media europea si attesta intorno ai 18 m² pro capite, in Italia le differenze tra città sono ancora significative: a fronte di realtà virtuose come Bologna (33 m²) o Torino (31 m²), altre aree urbane restano sotto i 10 m².

I benefici del verde urbano sono ampiamente documentati: riduzione delle polveri sottili (fino al 30% in meno nelle aree alberate, dati ISPRA 2024), abbassamento delle temperature locali fino a 2–4 °C, incremento della biodiversità urbana e miglioramento del benessere psicologico dei cittadini. Il World Urban Forum delle Nazioni Unite sottolinea che la “natura in città” è un indicatore diretto di equità ambientale: più verde significa più salute, meno disuguaglianze, più coesione sociale.

Negli ultimi anni si è diffusa una forma di partecipazione ambientale che unisce sostenibilità, inclusione e comunità: gli orti urbani. A Milano gli orti comunali superano i 30 ettari, con oltre 3.000 lotti assegnati a famiglie, associazioni e scuole. A Torino, il progetto Orti Generali ha trasformato un’area industriale dismessa di 3 ettari in un laboratorio a cielo aperto di agricoltura urbana, inclusione sociale e educazione ambientale. Esempi simili esistono anche a Roma con la rete Zappata Romana, o a Bologna, dove il piano comunale prevede la creazione di 50 ettari di orti e giardini condivisi entro il 2030.

Gli orti urbani non rappresentano solo una risposta al bisogno di verde, ma un vero strumento di rigenerazione sociale. L’ISPRA, nel suo Rapporto sul Capitale Naturale 2024, rileva che “ogni metro quadrato di verde urbano genera un valore ecosistemico stimato in circa 0,70 euro all’anno in benefici ambientali e sociali”, tra cui salute, coesione, educazione e qualità dell’aria.

Rigenerazione urbana e forestazione: la natura come infrastruttura

Sempre più amministrazioni stanno inserendo il verde nella pianificazione strategica come “infrastruttura ecologica”. Il progetto ForestaMi, promosso da Città Metropolitana di Milano, punta a piantare 3 milioni di alberi entro il 2030. Analoghi programmi sono attivi a Roma, con la “Cintura Verde” pianificata nel nuovo Piano Regolatore, e a Bari, dove il progetto “Parco del Sud” prevede la rigenerazione di 80 ettari di ex aree agricole.

Anche l’Unione Europea riconosce il ruolo del verde urbano nelle strategie di adattamento climatico: il New European Bauhaus promuove modelli di rigenerazione in cui paesaggio, salute e inclusione diventano cardini della progettazione urbana. Secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA, 2024), le città con oltre il 40% di copertura vegetale registrano un calo medio del 10% nei costi sanitari legati a malattie respiratorie e cardiovascolari.

Molte città europee stanno mostrando la strada, alcuni esempi sono:

  • Parigi ha avviato il piano Végétaliser Paris, che prevede la creazione di 100 ettari di nuovi spazi verdi e la trasformazione di tetti e pareti in giardini verticali.
  • Barcellona con il progetto Superblocks sta restituendo oltre 70 ettari di suolo pubblico a pedoni e vegetazione.
  • Rotterdam, invece, ha trasformato i tetti industriali in “parchi sospesi”, capaci di trattenere l’acqua piovana e ridurre il rischio di allagamenti.

In Italia, oltre a Milano e Bologna, Trento è tra le città più verdi d’Europa con 405 m² di verde per abitante (fonte: Eurostat 2024), mentre Mantova ha introdotto un Piano del Verde che integra la tutela della biodiversità urbana con progetti di educazione ambientale nelle scuole.

Il verde urbano non è un lusso estetico, ma una necessità ecologica e sociale. Rappresenta una risposta concreta ai cambiamenti climatici, alla perdita di biodiversità e all’isolamento urbano. Parchi, alberi e orti sono la trama viva di una città che respira, si rigenera e ritrova equilibrio tra natura e abitare. Come ricordano le Nazioni Unite nell’Agenda 2030, costruire città sostenibili significa “rendere gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili” (Obiettivo 11). E non c’è resilienza senza natura. Le città che scelgono il verde scelgono di vivere meglio.

Di Giulia Abbondanza