
Viaggiare lento a basso impatto: un’opportunità sostenibile
Anche chi non conosce la definizione di “overtourism” lo ha sicuramente approvato. Luoghi affollati, cittaà d’arte invase, code nei musei, attese interminabili per le proprie visite. Esistono però alternative sostenibili, fuori dagli itinerari più sotto pressione e che consentono esperienze di viaggio che diventano relazioni.
In un’epoca segnata dai cambiamenti climatici e dal fenomeno dell’overtourism, cresce il bisogno di modelli di viaggio che riducano l’impatto ambientale e valorizzino il territorio. Viaggiare in modo sostenibile significa scegliere mezzi di trasporto meno inquinanti, preferire strutture ricettive responsabili e partecipare a esperienze che rispettano la cultura locale e la biodiversità. Del turismo rigenerativo ne abbiamo parlato nell’articolo dedicato, di seguito andremo ad approfondire alcune tipologie di viaggio a basso impatto.
Il viaggio lento è, così, un approccio che valorizza la qualità anziché la quantità: si tratta di vivere il territorio con attenzione, esplorando a piedi, in bicicletta, con treni regionali o altri mezzi di spostamento “collettivi”. Significa lasciarsi sorprendere dai dettagli, dai dialoghi con la popolazione locale, dalle esperienze non pianificate.
Non è solo un modo per ridurre l’impronta ecologica, ma anche per ritrovare un legame più autentico con i luoghi e con sé stessi.
Cicloturismo: pedalare nel paesaggio
Il cicloturismo rappresenta una delle forme più autentiche di viaggio sostenibile. Pedalare consente di immergersi nei luoghi, riscoprire la lentezza, e contribuire positivamente alle economie locali. In Italia e in Europa, il cicloturismo è sempre più valorizzato grazie alla creazione di itinerari attrezzati e sicuri.
Tra i percorsi italiani più noti vi sono la Ciclovia del Sole, la Via Francigena in bici, e i tratti lombardi della Ciclovia dell’Oglio, premiata come uno dei migliori percorsi ciclabili d’Europa.
Ritornare alla terra in una biofattoria
Un’altra esperienza di viaggio sostenibile e a basso impatto è rappresentata dalle vacanze in biofattoria, dove i turisti possono soggiornare in aziende agricole biologiche, ma soprattutto partecipare alla vita rurale e conoscere pratiche ecologiche come l’agricoltura rigenerativa o la permacultura.
La permacultura contrazione di “permanent agriculture” o “permanent culture” è, nel dettaglio, un sistema di progettazione che mira a creare ecosistemi produttivi e sostenibili, imitando i modelli naturali. La permacultura mira a creare ambienti autosufficienti e longevi, ispirati ai modelli della natura, per gli aspetti che riguardano l’agricoltura, l’architettura e la vita sociale. È un approccio olistico che considera l’interconnessione tra tutti gli elementi di un sistema, promuovendo la cura della terra, delle persone e la condivisione equa delle risorse.
I soggiorni in biofattoria, oltre al valore educativo e culturale che portano con sé, sono anche una modalità di viaggio che promuove la filiera corta, la cultura del cibo locale e la biodiversità, contribuendo alla conservazione dei paesaggi agresti tradizionali.
L’autenticità è viaggiare fuori stagione
Viaggiare fuori stagione è una strategia chiave per ridurre la pressione sui luoghi turistici e vivere esperienze più autentiche. La destagionalizzazione contribuisce alla distribuzione più equa dei flussi turistici e al sostegno dell’economia locale anche nei mesi meno frequentati.
Scoprire una città d’arte in autunno o un parco naturale in inverno permette di evitare il turismo di massa, migliorando la qualità dell’esperienza turistica scelta.
Focus: turismo sostenibile in Lombardia
La Lombardia offre numerose opportunità per un turismo sostenibile e lento. Alcune mete interessanti sono la Via dei Terrazzamenti che unisce Morbegno e Tirano in Valtellina, in un percorso di circa 70km a una quota compresa tra i 300 e i 700 metri. Il “viaggio” è particolarmente suggestivo perché il percorso si snoda tra i vigneti terrazzati della zona e offre diversi punti di vista e di sosta per godere del paesaggio e delle sue bellezze. Spostandoci più a est si incrocia invece la Ciclovia dell’Adda, un percorso in 3 tappe che dal lago di Como giunge fino a Castelnuovo Bocca d’Adda dove il fiume confluisce nel Po dopo 135 chilometri. Si tratta di un percorso ciclabile che dai paesaggi prealpini giunge alla pianura irrigua, dove si pedala tra fiumi e canali con pochissimi attraversamenti cittadini e un breve tratto di provinciale nella zona di Cassano d’Adda.
Più a sud incontriamo, invece, il territorio dell’Oltrepo Pavese, un’area piuttosto ricca di opportunità grazie alle proprie cantine e ai percorsi di wine tasting, ma ideale anche per il trekking, il cicloturismo e la visita ai piccoli borghi storici ricchi di tradizioni. Una menzione particolare riguarda gli itinerari a piedi o in bicicletta alle Big Bench, ovvero le “Grandi Panchine”. Ne sono stati creati 6, sono tutti ad anello e sono adatti al trekking, quelli più corti, e ai giri in mountain bike, quelli più lunghi e “tortuosi”.
Parlando di affluenti del Po, un posto d’onore ce l’ha il Ticino con il suo omonimo Parco. Si tratta di un’area molto estesa che congiunge il Lago Maggiore fino alla confluenza nel Po, che si presta a diverse attività “lente” e sostenibili come il cammino, le escursioni a cavallo e il birdwatching. Al suo interno si trovano, a esempio, circa 780 km di percorsi di 122 sulle alzaie dei Navigli. Si tratta di itinerari di interesse ambientale, storico, sociale e culturale che attraversano 47 Comuni nelle province di Varese, Milano e Pavia.
La Lombardia, infine, offre una rete articolata e in crescita di strutture agrituristiche, spesso aderenti a marchi di qualità ecologica come Terranostra e Campagna Amica: un’alternativa valida all’ospitalità convenzionale.
di Alberto Marzetta