Acqua e energia: affrontare insieme sfide globali

Il professor Mauro Magatti, nell’articolo Ci salveremo solo insieme, pubblicato sul numero scorso di Riflessi, evidenziava la necessità di tener conto del legame che ci unisce agli altri, per affrontare sfide globali come la pandemia o i cambiamenti climatici. I recenti e drammatici eventi in Ucraina hanno reso estremamente chiaro, almeno dal punto di vista energetico, che i paesi europei dipendono dai paesi da cui si approvvigionano di gas naturale. Quando queste forniture si riducono, s’interrompono o semplicemente rischiano di farlo, ci rendiamo conto di quanto questo scambio economico sia assimilabile a un flusso vitale per la nostra industria manifatturiera, che dopo i lockdown pandemici deve affrontare i lockdown energetici.

L’attuale instabilità del mercato delle energie ha comportato per l’Europa un incremento del costo del gas naturale, a cui è seguito l’aumento dei prezzi dell’energia elettrica. Un aumento avvertito in modo particolare in Italia, visto che la nostra produzione di elettricità si basa in gran parte su centrali che impiegano turbine a gas naturale.

La risposta che i policy makers stanno adottando è soprattutto quella di diversificare le fonti di approvvigionamento, mentre – pur se molto lentamente – si cerca di ridurre l’utilizzo di energia elettrica, per aumentare la nostra resilienza energetica.

Gli esperti stimano che il processo potrebbe richiedere anche 24 mesi, ma in questo intervallo di tempo come possiamo noi cittadini, come singoli e come imprese, contribuire ad accelerare le cose? È una domanda che tutti ci stiamo ponendo, visto il forte impatto sui budget familiari e d’impresa degli attuali costi energetici. Alcune realtà manifatturiere che usufruiscono di tariffe differenziate in base agli orari hanno scelto di lavorare di notte, il sabato o i festivi. Altre si sono ritrovate a produrre sottocosto e sono state costrette a chiudere i battenti, alimentando da un lato la difficoltà di reperimento di alcune materie prime, contagiando altri settori – pensiamo al settore edile – che non riescono a portare a termine i lavori nei tempi o ai prezzi concordati, dovendo attendere i rifornimenti più a lungo o a un costo maggiorato.

Le famiglie hanno reagito in larghissima parte riducendo i consumi, complici anche le temperature superiori alla media che questa primavera siccitosa sta facendo registrare. Impossibile non notare un parallelismo fra queste due risorse preziose, acqua ed energia.

Nel primo caso la lotta agli sprechi e la necessità di preservarla è passata anche attraverso un cambio di paradigma nella legislazione nazionale, che premia le famiglie che hanno minori consumi, proporzionalmente al numero di componenti. Una svolta che ha prodotto un aumento nelle fatture del servizio idrico, in cui fino a pochi anni fa non si faceva distinzione fra un single e una famiglia con tre figli, e che addebitava alla fiscalità generale il costo degli investimenti, che oggi rappresentano un elemento fondamentale nella composizione delle tariffe.

Se la maggior attenzione nell’aprire il rubinetto si lega quindi anche alla volontà di risparmio, oltre che a una rinnovata sensibilità ambientale, per l’energia la sostanziale differenza è la possibilità di diventare autoproduttori, massimizzandone la resa a differenza di quanto avveniva con i primi impianti fotovoltaici. In questi casi si parla di Comunità energetiche rinnovabili (CER).

Un ruolo centrale è e sarà certamente quello delle comunità locali. In Lombardia, ad esempio, come emerso durante un recente convegno promosso da Cogeme spa, alcune esperienze innovative sono già attive o in fase di sperimentazione, nonostante permangano molte incertezze sia sulle modalità di avvio che sul processo di coinvolgimento dei cosiddetti stakeholder. Diviene dunque fondamentale una sensibilizzazione diffusa verso gli Amministratori locali, i cittadini, le imprese, il mondo associativo. Ciascuno, infatti, come una goccia di pioggia che cade in un lago, può fare in modo che una comunità energetica sia vantaggiosa non solo dal punto di vista economico, ma anche per il suo risvolto sociale, contribuendo così a creare quella che, tornando alla citazione iniziale, potremmo definire una vera e propria comunità generativa.

 

Di Sergio Pinotti

Articolo pubblicato sul numero 5 di Riflessi, aprile 2022