Agire nel presente per un futuro sostenibile: l’impegno per un mondo più verde e rigenerativo

Molte realtà italiane e internazionali, private e pubbliche, operano ispirate dagli stessi principi e obiettivi per una missione comune: la ricerca e lo sviluppo di soluzioni innovative per regolare l’uso della plastica. L’impegno collettivo può plasmare comportamenti virtuosi e aprire la strada a un futuro più verde e rigenerativo. 

Città e Università italiane stanno assumendo un ruolo di primo piano per limitare l’uso della plastica.

L’11 marzo 2023 la Onlus Plastic Free ha premiato 68 amministrazioni comunali italiane che si sono distinte per il proprio impegno verso l’ambiente guadagnandosi il titolo di Comune Plastic Free 2023. I criteri di valutazione si sono fondati su cinque pilastri: lotta contro gli abbandoni illeciti, sensibilizzazione del territorio, collaborazione con l’associazione, gestione dei rifiuti urbani e attività virtuose dell’ente.

Il percorso è stato sostenuto anche da importanti atenei italiani come l’Università di Bologna che ha avviato il progetto “Plastic Busters MPAs” per la pulizia delle aree marine protette da rifiuti in plastica. L’Università di Brescia si è a sua volta distinta per la ricerca di soluzioni innovative per risolvere il problema delle microplastiche presenti negli ambienti acquatici e rispetto a iniziative di sensibilizzazione ambientale e di riduzione dell’utilizzo della plastica all’interno del campus.

A Pisa, infine, l’università si concentra sulla produzione di bioplastiche da biomasse e scarti agricoli attraverso il progetto “BioCore”.

Esempi virtuosi di azione e cambiamento

Accanto a città e università si schiera anche il mondo associativo. Marevivo, ad esempio, si dedica alla protezione dei mari e degli ecosistemi marini, mentre la già citata Plastic Free si impegna nella sensibilizzazione, nell’educazione e nell’incoraggiamento di pratiche sostenibili.

The Ocean Cleanup, a sua volta, è nata per sviluppare soluzioni innovative per raccogliere e riciclare la plastica negli oceani mediante l’installazione di barriere galleggianti per catturare efficacemente i rifiuti.

Esistono poi storie di successo che partono dal “basso”, dalla cooperazione locale e dall’impegno individuale.

Un’esperienza interessante riguarda il villaggio di Kamikatsu, in Giappone. Questa comunità rurale si è impegnata a raggiungere l’obiettivo “zero waste”. I residenti hanno implementato una rigorosa politica di riciclaggio separando i rifiuti in 45 categorie diverse. Ogni abitante è responsabile di lavare, smontare e portare personalmente i propri rifiuti riciclabili al centro di raccolta apposito. Questo approccio ha portato a un tasso di riciclo superiore all’80%.

Un altro esempio significativo lo rintracciamo a Bali, Indonesia. Un giovane imprenditore locale, Melati Wijsen, ha fondato con la sorella l’organizzazione “Bye Bye Plastic Bags”. L’obiettivo è eliminare l’uso delle buste di plastica sull’isola. Hanno organizzato manifestazioni, raccolto firme e lavorato a stretto contatto con le autorità locali per ottenere il divieto delle buste di plastica monouso. Grazie ai loro sforzi, nel 2019 Bali ha adottato una legge che vieta l’uso, la vendita e la produzione di buste di plastica non biodegradabili sull’isola.