Prosperano gli eventi “green”, sostenibili e carbon neutral

L’attenzione sugli impatti ambientali degli eventi, a livello nazionale e internazionale, è cresciuta in modo esponenziale nel corso degli ultimi tre anni. A testimoniarlo è il Progetto Europeo ZEN, nato per promuovere la riduzione dell’impatto ambientale e acustico degli eventi nei centri storici. L’iniziativa vede la partecipazione di dodici partner provenienti da dieci Paesi europei e misura target precisi: lo scambio di esperienze e di buone pratiche, lo sviluppo di un approccio comune a livello strategico per la gestione degli effetti sul patrimonio storico e culturale e il coinvolgimento delle comunità locali.

Le realtà partecipanti hanno analizzato l’evoluzione degli eventi in ambito urbano dal 1960 a oggi. Dalle analisi emerge che dal ‘60 al 1999 si è diffuso un trend legato alla creazione di occasioni per riconquistare le piazze e le strade delle città, spesso invase dal traffico delle automobili. Dal 2000 al 2006 numerosi Enti Pubblici, invece, incentivano gli organizzatori di eventi in ambito urbano ad adottare iniziative sostenibili, legate alla differenziazione e alla riduzione dei rifiuti. Un caso di eccellenza è quello di Ecoforeste di Parma, che nel 2003 ha promosso la realizzazione di opere di ingegneria naturalistica e lavori di recupero ambientale.

Il primo vero banco di prova italiano per l’organizzazione sostenibile di grandi eventi internazionali sono state le Olimpiadi Invernali di Torino, nel 2006, organizzate seguendo i principi di sostenibilità ambientale, in risposta agli impegni presi nella Green Card del dossier di candidatura, ai principi dell’Agenda XXI del Movimento Olimpico, ai contenuti della Carta di Intenti e alle prescrizioni della Valutazione Ambientale Strategica.

Dal 2010 a oggi, il trend è invece diffondere schemi di certificazione e autodichiarazioni ambientali di qualità, che spingono gli organizzatori ad accreditare e comunicare in maniera efficace il proprio impegno per limitare gli impatti ambientali e raggiungere obiettivi reputazionali e di sostenibilità. Tra le priorità troviamo la riduzione dei costi grazie a un uso razionale di energia e prodotti, il coinvolgimento, il rispetto e la soddisfazione delle aspettative dei partecipanti, fino alla riduzione dell’impronta ecologica e di carbonio dell’evento. Si tratta di azioni che possono essere intraprese dagli organizzatori di grandi eventi come congressi, fiere e anche di live show musicali.

Nel 2020, con lo slogan “No music on a dead planet” la cantautrice Billie Eilish ha lanciato un appello a sostegno della piattaforma Music Declares Emergency, realizzata da artisti e protagonisti dell’industria musicale, per chiedere una risposta governativa all’emergenza ecologica globale e per promuovere, attraverso la musica, un cambiamento culturale in tema ambientale.

Spesso, infatti, gli ambienti predisposti o trasformati per accogliere i live, soprattutto quando si parla di eventi ad altissima partecipazione, sono “vittime” dell’elevata quantità di rifiuti prodotti e di tutto il processo organizzativo che anticipa lo show. Sono molti gli elementi da tenere in considerazione quando si vuole rendere un evento o un live show sostenibile, dalla scelta dei prodotti e dei materiali a ridotto impatto ambientale, alla corretta gestione dei rifiuti sino a un concreto coinvolgimento e una formazione specifica dei collaboratori.

L’iniziativa di Jovanotti, il Jova Beach Party, che ha suscitato reazioni diametralmente opposte fra gli osservatori, è un esempio di come i riflettori siano ormai puntati non solo sugli artisti, ma anche sull’impatto delle loro esibizioni. Da qualche giorno, per tornare ad esempi oltreoceano, lo spot televisivo di un noto vettore sottolinea come il tour dei Coldplay si muova silenziosamente e senza emissioni da una tappa a un’altra.

Progettare e mettere in pratica queste azioni, al di là delle buone intenzioni, può richiedere tempo, sforzi e competenze molto specifiche. Proprio per questo motivo nascono realtà come Reverb, una no profit che pianifica e organizza concerti ed eventi riducendo al minimo gli impatti sull’ambiente mediante l’utilizzo di biocarburanti per i mezzi di trasporto e attraverso l’installazione di stazioni idriche gratuite nelle location che ospitano gli eventi. In pochissimi anni le azioni di Reverb hanno consentito una riduzione di 120.000 tonnellate di CO2 e l’eliminazione di oltre 3 milioni di bottiglie di plastica.

Queste realtà sono in crescita e dimostrano che in molti si stanno impegnando con l’obiettivo di difendere e proteggere il futuro del nostro Pianeta.

 

Di Beatrice Coni