Tutela della risorsa idrica: le best practice sul nostro territorio

Il 2022 è stato l’annus horribilis per la crisi climatica: il più caldo e siccitoso dal 1980, con piogge inferiori del 30% rispetto alle quote normali e con un deficit idrico, nel Nord Italia, del 40%.

Il 2023 non è iniziato sotto auspici migliori, come attestato dai dati finora raccolti sui livelli dei laghi e dei corsi d’acqua e le temperature già sopra la media nei primi mesi dell’anno. Gli ultimi bollettini dell’Osservatorio Permanente sugli utilizzi idrici (aggiornati mensilmente) descrivono, per il distretto idrografico del fiume Po, uno scenario di severità idrica di livello medio, con preoccupante assenza di precipitazioni, ancora prima dell’inizio della stagione irrigua.

Il secondo e il terzo anno peggiori sono stati per ora, rispettivamente il 2018 e il 2014; le evidenze raccolte indicano ormai una tendenza degli ultimi tempi, impossibile da invertire se non con scelte drastiche e strategie volte al risparmio idrico e alla preservazione delle riserve esistenti.

In provincia di Brescia sono già state intraprese diverse azioni di tutela della risorsa idrica da parte di enti e istituzioni che, a vario titolo, si occupano del tema Acqua. Per il risparmio d’acqua potabile, Acque Bresciane Srl Società Benefit, in collaborazione con i comuni parte della rete e l’Autorità d’Ambito (Aato), ha avviato la sostituzione di tubature obsolete e la riparazione delle reti danneggiate, così da ridurre al minimo gli sprechi d’acqua. Parallelamente, il CSMT, Innovative Contamination Hub, ha lanciato, con il patrocinio di Acque Bresciane, un progetto di incubazione di start up per lavorare sul tema del risparmio idrico attraverso soluzioni innovative e/o tecnologiche da proporre a enti o istituzioni che gestiscono o utilizzano la risorsa idrica.

 

Per lo stoccaggio d’acqua, il Consorzio Oglio Mella ha progettato una serie di vasche d’accumulo volte alla raccolta dell’acqua piovana: molto interessante l’azione di recupero della cava di Castrezzato, diventata un bacino di raccolta che permette di risolvere sia le situazioni di eccesso d’acqua – dovute ad eventi meteorologici estremi – sia quelle di carenza d’acqua; collegata direttamente con il canale Roggia, la vasca alleggerisce il carico fognario in occasione di precipitazioni e offre una nuova fonte d’acqua all’agricoltura, durante i periodi di sofferenza estiva.

Invece, per ottimizzare e ridurre l’utilizzo di acqua in agricoltura, sono stati avviati dei progetti sia da parte delle Università – nello specifico l’Università di Brescia e il Politecnico di Milano -, sia da Coldiretti Brescia. Gli istituti di ricerca stanno studiando soluzioni per migliorare il funzionamento degli impianti di depurazione, così da utilizzare sia le acque depurate che i fanghi di depurazione a fini irrigui. Gli agricoltori, da parte loro, stanno differenziando le colture e, di conseguenza, i metodi di irrigazione, così da redistribuire il picco di fabbisogno d’acqua nella stagione e ridurre in generale lo sfruttamento della risorsa.

Per la preservazione delle falde acquifere è partito nel 2022 il progetto Agartis, che consiste in un’azione di mappatura idrogeologica, volta a individuare falde che potrebbero essere utili in futuro nella zona dell’Alto Garda. L’obiettivo degli speleologi coinvolti è di portare i risultati di questa ricerca agli enti gestori, ma anche alle istituzioni del territorio, così da evitare, per esempio, la costruzione di edifici o fabbriche inquinanti in corrispondenza delle falde individuate.

A proposito di impatto dell’azione antropica, l’Università di Brescia sta portando avanti delle ricerche in linea con il principio dell’invarianza idraulica, ovvero di minimizzazione dell’impatto del costruito sul ciclo idrogeno. Nel parco delle Torbiere del Sebino, in collaborazione con Acque Bresciane, si stanno invece sperimentando Natural Based Solutions per migliorare la qualità delle acque, come, ad esempio, la fitodepurazione – sistema di depurazione naturale che riproduce il principio di autodepurazione tipico degli ambienti acquatici.

Chiaramente, anche l’azione di sensibilizzazione dei cittadini sull’importanza dell’acqua ha un ruolo fondamentale per gestire, in prospettiva, la crisi idrica. In questo senso, le attività proposte dal Musil di Brescia, dal MUSE di Trento e dalla Cooperativa Cauto sono altrettanto interessanti; il Museo dell’Industria e del Lavoro (Musil), attraverso la creazione di una Water Route, intende mostrare il valore storico dell’acqua come risorsa chiave per lo sviluppo economico italiano. Il Museo della Scienza di Trento (MUSE) gestisce invece l’attività di idrosommelier (degustazione delle acque) per sensibilizzare i cittadini sull’utilizzo dell’acqua del rubinetto. La Cooperativa Cauto, infine, con il progetto europeo Life SALVAGuARDiA, porta iniziative di educazione ambientale all’interno degli istituti scolastici del bresciano al fine di promuovere la cultura della sostenibilità tra i più piccoli.

Alcune delle azioni avviate sul territorio della provincia di Brescia prendono spunto da best practice a livello internazionale, come quelle messe in atto da Israele attraverso la società Makerot, che gestisce l’approvvigionamento idrico del paese. Quest’ultima ha lavorato negli ultimi anni su più fronti: la distribuzione di acque con qualità differenti in base alla destinazione d’uso, la diffusione di una cultura centrata su un uso consapevole, una gestione efficiente delle reti di distribuzione e il riuso delle acque depurate. Per saperne di più, leggi l’articolo “Israele, dove l’acqua è preziosa”, pubblicato sul Numero 7 di Riflessi.

Quelle raccontate sono una carrellata di azioni virtuose, messe in pratica da realtà differenti tra loro, che lavorano però sullo stesso territorio con un medesimo obiettivo: proteggere la risorsa e garantire il benessere delle future generazioni.


Di Anna Filippucci